Hai solo 3 (f**king) secondi!

Credo tutti voi, o quasi tutti, sappiate che quella che sembra che fosse una soglia d’attenzione da pesce rosso (8 secondi) si sia ridotta ulteriormente a soli 3 terribili secondi.
Solo 3 secondi che le persone sembrano (lo dicono i dati) dedichino ai contenuti. In primis quelli sui social.

Abbiamo ogni giorno un’enorme mole d’informazioni che ci passa davanti agli occhi su Facebook, Instagram, Tik Tok e compagnia cantate. Si stima oltre 60 miliardi di messaggi condivisi sulle piattaforme quotidianamente.
E questo bombardamento ha cambiato il modo in cui comunichiamo o dobbiamo (magari per lavoro) comunicare.

MA.

Sì, c’è un ma.

Chi spinge ogni giorno quel tastino che da il via al bombardamento?
Chi lo permette?
Chi sono i fautori? Chi i complici?

Noi.
Sì, noi.
Carnefici e vittime di noi stessi.

Abbiamo deciso di essere più visibili, a più persone possibili.
Abbiamo deciso di sapere il più possibile, e poi ancora di più, di più “persone” possibili.
Siamo diventati pigri. E sia nel migliore che nel peggiore dei casi non lo abbiamo scelto.
Lo siamo diventati.
Abbiamo scelto di essere super veloci.
Abbiamo scelto di essere anche super eroi a volte.
Per vincere, per emergere, e infine, per non “rimanere indietro”.
E la comunicazione, i brand, ce l’hanno pure detto, ricordato, ribadito; ce ne hanno dato “merito”.
Sopratutto nell’ultimo periodo. Quello pandemico.
Abbiamo contribuito noi stessi a creare l’habitat perfetto per mutare in pesci rossi prima e ora non si sa in che altro essere.
(Questo in estrema, ma non superficiale sintesi eh. Magari fosse così poco complesso e lineare.)

E sapete chi basterebbe per cambiare nuovamente il paradigma?
Sui social come nella vita reale?

Si, a noi.
Sempre a noi.

Basterebbe rallentare, anche solo un po’.
Che non significa ovviamente non lavorare più o lavorare meno, impegnarsi meno o smettere d’impegnarsi.
Tutto il contrario. Significa farlo di più.
Prendere fiato, concentrarsi un po’.
Fare selezione magari. Non aliernarsi ma filtrare.
Dedicare più tempo alle cose. Per valutarle meglio.
Ristabilire, e averli poi saldi, dei sani livelli di priorità.
Ossigenare.
Basterebbe cominciare. Farlo solo un po’. Un po’ per volta.
Ma sì, serve coraggio. E chi ne ha?

Al diamine i 3 secondi!